
di @MarcoBazz92
Il 19 luglio 1992 venivano fatti saltare in aria Paolo Borsellino e la sua scorta. Fu il secondo evento catastrofico che inchioderà quell'anno sui libri di storia. Infatti, due mesi prima, la stessa sorte toccó al suo grande amico Giovanni Falcone, anche lui fatto saltare per aria assieme alla scorta e alla moglie. Ho scelto proprio un bel periodo per nascere, nel mezzo di due attentati che colpirono quasi a morte l'Italia.
Oggi, 19 luglio 2023, tv e quotidiani, come tutti gli anni, propongo i loro servizi e articoli per ricordare il grande magistrato. E come tutti gli anni ci viene riproposta (contro la nostra voglia) la diatriba tra i grandi esperti di mafia. Ci sono quelli che dicono "il loro sacrificio ha fatto sì che venisse sconfitta definitivamente la mafia". Forse un po' esagerata come dichiarazione, diciamo che ha dato una mazzata a Cosa Nostra, ma la mafia in altre sfaccettature esiste ancora. Poi ci sono quelli dell'estremo opposto. Quelli delle trattative, della continua ricerca di fantasmi, quelli che vivono ancora in quegli anni e per i quali nulla è mutato, nemmeno con due eventi che sicuramente hanno cambiato le sorti di molti attori in campo a quel tempo. E, per ultimi, ci sono quelli che continuano a fare il loro lavoro parlando poco e sgobbando molto, quelli che non si ricordano mai, quelli che non partecipano a questa diatriba, quelli che ci sono sempre e non hanno mai smesso di combattere la loro battaglia contro il malaffare. Non dovrei dirlo, ma questi ultimi sono i miei preferiti.
Non voglio addentrarmi in discorsi tecnici e sofisticati su mafia e processi che non sarei in grando di portare a conclusione. Però c'è una cosa, non marginale secondo me, di cui si parla poco in questa faccenda. L'atto fisico di provocare la morte. Nello specifico in questi due episodi la pianificazione e l'attuazione, da parte di esseri umani, di azioni così terribili. Delle persone, normalissime, si siedono attorno ad un tavolo, decidono di riempire delle auto di esplosivo e indicano un soggetto incaricato di schiacciare il bottone del telecomando che toglie la vita, in modo atroce, ad altre persone.
Non ci sono di mezzo pazzia, squilibri mentali o cose simili. Moltissimi omicidi avvengono tra persone normali. È questo che non mi spiego io. Come può una persona decidere della vita o della morte di un'altra senza neppure conoscerla, senza sapere niente di lei? Si possono spiegare questi eventi dando la colpa ad uno scatto di rabbia? Secondo me no. Qualcuno può permettersi di essere il boia della nostra esistenza? No, solo noi dovremmo decidere di noi stessi.
Lo so che tutte queste domande non avranno mai risposta. E forse il motivo è che una risposta non c'è nemmeno.
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