di @MarcoBazz92
Per gli ultimi reduci che ogni tanto si interessano ancora di editoria leggere certe notizie stuzzica sempre la fantasia. Quindi quando su qualche tweet (anzi ex-tweet), sito online o quotidiani si legge il nome Angelucci le antenne si drizzano.
Ebbene sì perché il Signor Angelucci, imprenditore romano, politico prima del PDL e ora della Lega, oltre ad essere conosciuto come il ras delle cliniche private, è conosciuto anche per la sua smodata passione per i quotidiani. Editore storico di Libero, lo è anche de Il Tempo e da settembre scorso lo è diventato anche de Il Giornale, rilevandone la maggioranza dalla famiglia Berlusconi.
In queste ultime settimane il suo nome è tornato alla ribalta prima per un'indescrizone su X che lo dava come interessato all'acquisizione di Repubblica (compresa nella medesima indiscrezione anche la notizia dell'immediata mobilitazione di storici dirigenti del PD per evitare che il quotidiano finisca in destre mani), poi su vari articoli di Repubblica e il Fatto Quotidiano che ci hanno informato della sua imminente acquisizione dell'Agi (Agenzia Italia). Apriti cielo! Appena udita la notizia della quasi avvenuta acquisizione dell'Agi il PD è salito sulle barricate. Questa acquisizione non sà da fare. Qui c'è un conflitto d'interessa grande come una casa. Allo stesso momento i giornalisti dell'Agi hanno proclamato 2 giorni di sciopero. Per il PD Angelucci oltre che monopolizzare ancora di più l'informazione verso destra, sarebbe in conflitto d'interessi in quanto acquisterebbe l'Agi dall'Eni, controllata dal Ministero dell'Economia al cui vertice siede Giorgetti, compagno di partito dell'Angelucci. Per i giornalisti dell'agenzia oltre al sopracitato movimento destrorso della redazione, l'era Angelucci inizierebbero con una diminuzione di organico, le notizie uscite dicono 10/15 giornalisti in meno.
Il nostro sembra non piacere proprio alla parte sinistra della politica italiana nonostante lui sia stato capace di mettere alla direzione de Il Tempo un giornalista ex parlamentare del PD, ex condirettore di Repubblica ed ex direttore de L'Espresso, insomma non uno di destra. Tommaso Cerno. Il dubbio che viene è che il problema non sia il conflitto di interessi ma il non essere nella parte sinistra dello schieramento politico. Per cavarsi dalle rogne consiglio al signor Angelucci di non acquistare l'Agi e anzi, di abbandonare anche gli altri quotidiani. Lui non avrà più il fiato sul collo della Sinistra che, nel frattempo, si occuperà di piazzare nei suoi quotidiani tutti i giornalisti rimasti senza lo stipendio pagato dal cattivissimo padrone delle cliniche romane.
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