di @MarcoBazz92
Le persone sono sempre più tristi. Questa frase si sente dire sempre più spesso. Ma qualcuno si chiede il perché le persone, noi, siam sempre più tristi? Secondo me no. E forse questo perenne stato di tristezza potrebbe fare anche comodo a qualcuno.
Cerco di spigare questo mio ragionamento che può sembrare contorto ma non lo è. Quando si ha a che fare con una persona triste si prova compassione, tenerezza e questi sentimenti possono far sentire il nostro interlocutore "importante", non trascurato, messo al centro dell'attenzione. Può sembrare un discorso fatto da un cinico egoista ma a volte fare la vittima è molto più conveniente di mostrarsi forti anche in momenti di difficoltà. Attenzione, non sto dicendo che tutte le persone fingono di essere tristi o di essere in difficoltà per farsi compatire anzi, visti anche gli avvenimenti degli anni scorsi e il futuro che si presenta con nubi grigie all'orizzonte, non ci dovrebbe essere molto per cui essere felici. Sto solo ipotizzando che alcune persone hanno imparato a calcare un pochino la mano anche sulla minima difficoltà che si trovano ad affrontare. Cerchiamo di essere realisti, da quando emettiamo il primo vagito sappiamo che saremmo sempre messi davanti ad ostacoli da superare. Per tutta la vita. Continuare a lamentarsi di tutto e di tutti rende ancora più dura la nostra pur breve esistenza, facendoci crogiolare in una ancor più lenta agonia.
Ci sono però dei piccoli dettagli (ebbene sì, pure io non vedo proprio tutto nero) che potrebbero aiutarci a stare meglio e che ormai non vengono più notati. Non notiamo più la semplicità, i piccoli gesti. Viaggiamo con il paraocchi e lo sguardo puntato a terra. E tristi. Un esempio? Eccolo. La mattina, recandomi al lavoro, passo dall'edicola e per arrivare all'ufficio attraverso una via interna del paese che costeggia anche le scuole elementari. Ogni giorno vedo dalla macchina i bimbi, che accompagnati dai genitori, si recano in classe. L'andatura lenta della macchina unita ad un paio di fermate in prossimità delle strisce pedonali mi permettono di osservare questi piccoli scolari. Li vedi che stringono la mano ai genitori, con la loro cartella in spalla, spensierati. Ti fermi per far loro attraversare la strada e ti guardano con degli occhioni giganti, ti sorridono con un sorriso che sembra impossessarsi del loro viso. E sei sereno, felice. Perché questi piccoli, grandi umani questo sanno fare. Trasmettere felicità e gioia.
Noi "grandi" dovremmo imparare ad ascoltare e ad osservare i nostri piccoli perché, come mi è già capitato di scrivere, sono una delle poche certezze nelle nostre vita.
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