di @MarcoBazz92
Ogni qualvolta mi balza alla mente qualche idea per scrivere un pezzo compare contemporaneamente il sospetto che ne uscirà qualcosa di banale ed, in quanto banale, fastidioso da leggere. Poi penso che fondamentale non ho alcun direttore nella Stanza dei Pensieri e quindi lo scrivo ugualmente o forse lo scrivo perché mi piace essere urticante? Chissà…
Da quando ho aperto questo blog, il 17 aprile 2023, ho sempre evitato di parlare di un argomento, la guerra. Ora è giunto il momento ed il motivo è uno ed assai semplice: la guerra ha rotto le balle. Ha rotto le balle a me ed immagino le abbia rotte a molte altre persone. Non lo si dice perché si teme di essere additati come dei prepotenti menefreghisti, ma è la verità.
Da quando quel comunistone di Putin ha deciso di mandare le sue truppe in Ucraina è iniziata, da parte di giornali e tv, una “campagna di guerra” parallela. Pagine, pagine e pagina a parlare dell’invasione. Interviste su interviste a generali e generaloni. Nell’immediato leggevo anche io con un certo interesse qua e là per capire com’era la situazione, ma diciamo che dopo qualche mese l’interesse è svanito ed io puntualmente ho iniziato a saltare a piè pari un paio di paginate dei quotidiani. Da due annetti circa.
Si sono aggiunti poi quei pazzi scatenati di terroristi islamici di Hamas che, vogliosi di rubare spazio a Vlad Putin, hanno deciso di fare un bell’attento in Israele, scatenando la furia incontrollata dello Stato Ebraico e le penne pazze dei giornalisti nostrani. Risultato: da un paio, le pagine che salto a piè pari, sono diventate quattro o cinque.
Ora immagino i pensieri di chi leggere queste righe: Sei una persona senza cuore, tutti quei civili che colpa ne hanno? Non te ne frega nulla di tutti quei morti? Sei uno di quei pacifisti e sei contrario alle armi; cosa faresti se venissero a bombardare in casa tua? Staresti li imbambolato a prendere i missili sulla tua zucca vuota?
La verità è un’altra ahimè e nessuno la vuole dire. La verità è che ci siamo rotti le balle delle guerre, di sentirne parlare e di leggerne, perché abbiamo una paura fottuta di capitarci in mezzo pure noi.
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