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ESAMI E SCELTE

Immagine del redattore: Marco BazzoliMarco Bazzoli

di @MarcoBazz92


Siamo nel periodo degli esami e, vedendo al mattino i ragazzi recarsi a scuola, mi son tornati in mente i miei esami di terza media (alla maturità non ci sono arrivato), nello specifico un ricordo particolare riguardante la musica.

Ricordo che gli insegnanti ci dissero di portare con noi anche il flauto, quello di plastica che si suonava (una parola grossa) un’ora a settimana, perché a qualcuno, scelto naturalmente a caso, sarebbe toccato suonare un piccolo brano durante la prova orale. Ebbene l’idea di dover suonare quel maledetto flauto durante l’esame mise in me un’agitazione spropositata. Il fatidico giorno si avvicinava e il mio pensiero era fisso su quello strumento, su quale brano avrei dovuto strimpellare se me lo avessero chiesto, altro che la prova di matematica o di italiano. Il panico era provocante dalla musica.

Siccome io con il caso non ci vado d’accordo, naturalmente fui scelto per suonare il flauto e, naturalmente, non ci fu alcuno dei mille problemi che mi ero immaginato e l’esibizione, come tutto l’esame, filó liscia. Tutta questa storiella mi ha fatto riflettere su di una cosa: quando si arriva all’esame di terza media si è ancora bambini, a 14 anni non si riesce ancora a dare il giusto peso alle cose. Eppure viene chiesto a questi giovani di fare una scelta che li segnerà per tutta la vita, la scelta della scuola superiore da frequentare, la scelta di quale via imboccare. Certo ci saranno le eccezioni, quelle ci sono sempre e rompono anche un po’ le balle, ma non ditemi che un semi-adolescente ha già programmato il proprio futuro. Al massimo a quattordici anni si programma come raccimolare i soldi per le prime sigarette o le prime birrette (genitori non odiatemi per queste parole).

Con questo non voglio dire che a quell’età si sia dei perfetti cretini non pensanti, ma voglio dire che sicuramente per la maggior parte delle volta la scelta viene fatta a naso, o seguendo quella dell’amico del cuore. Poi ci si adatta, si cambia, si matura e solo verso i trent’anni si ripensa all’esame di terza media, al percorso che all’ora si è scelto con il cuore e non con la testa e, a volte, ci si morde la lingua dal nervoso.

Buoni esami a tutti ragazzi.

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