di @MarcoBazz92
Insomma, ci buttiamo alle spalle anche questa tornata elettorale fatta di bassi e bassi. La vittoria è stata di tutti, come sempre; e tutti o quasi sono a loro modo contenti. Evviva. C’è da rallegrarsi allora? Per qualcuno sicuramente si, ma anche nei momenti di gaudio deve esserci il guastafeste, l’inguaribile pessimista. Quindi spero mi perdonerete se mi permetto di vestire io questi panni.
Iniziamo col dire che noi italiani anche questa volta abbiamo voluto far vedere quanto ci piace essere gli ultimi della classe in fatto di affluenza. Mentre si registra un leggero aumento in Europa noi siamo in calo, sotto il 50%. Più della metà degli aventi diritto se n’è rimasta a casa o con le chiappe al sole e i piedi in ammollo. Sono capibili questi nostri conterranei, probabilmente non hanno di che lamentarsi e non lo avranno nemmeno nei prossimi anni.
C’è poi da dire che la tattica Specchietti per le allodole ha funzionato, i candidati calamita hanno lavorato bene, portando molto voti hai loro mulini. Ora bisognerà vederli all’opera a Bruxelles, quelli che ci andranno.
Dato interessante, più che altro a livello nazionale rispetto che a livello europeo, è stato il buon risultato dei parti di centro-destra e destra un po’ ovunque. Purtroppo questo risultato va a sbattere contro la triade che comanda il parlamento di Bruxelles, dove i voti dei cittadini contano poco, dove si sopravvive con alleanza e favori reciproci, dove la situazione attuale, la famosa Maggioranza Ursula, rimane immutata. È brutto da dire, ma non dovremmo rimanere stupiti se il prossimo parlamento europeo sarà uguale a quello attuale e il buon risultato dei partiti di centro-destra e destra sarà quasi del tutto ininfluente fuori dai perimetri dei singoli Stati.
C’è voglia di cambiamento e chi si è recato alle urne ha mandato un messaggio chiaro, ma in un’Europa dei burocrati e non dei popoli tutto cambia perché nulla cambi.
コメント