di @MarcoBazz92
È probabile che quello che scriverò in questo pezzo possa essere ritenuto il ragionamento di un razzista, xenofobo e pure fascista (che va tanto di moda in questo periodo). Ed è pure probabile che chi mi ritenga un personaggio del genere dopo aver letto quanto ho scritto lo faccia perché io non sono stato in grado di esprimere in maniera chiara il concetti che mi accingo a scrivere.
Dopo questa inutile premessa passiamo al succo del discorso.
Ogni tempo ha le sue mode e tra le mode si possono inserire anche le parole. Parole che quando escono dalla bocca di politici, personaggi famosi, cosiddetti influencer, acquistano notorietà, raggiungono un livello superiore di importanza rispetto ad altre, insomma diventano parole alla moda per gente alla moda. Una delle parole che oggi va per la maggiore è Uguaglianza.
Quante volte si sente dire che siamo tutti uguali ? Che bisogna abbattere le disuguaglianze? Che tra un asiatico ed un africano non ci sono differenze? Sarebbe fantastico, anzi no. Perché dobbiamo essere tutti uguali? Perché dobbiamo eliminare le differenze? Sinceramente tutti questi proclami a me sembrano una grande presa per il culo e stento a credere che chi si riempie la bocca di queste parole ci creda fino in fondo a meno che non vada in giro con il paraocchi. È innegabile, solamente passeggiando in un parco, ci si rende conto che le persone sono completamente diverse. C’è il nero, il giallo, il bianco, il marrone. C’è quello alto e quello magro. C’è il grasso e il magro. C’è quello con i capelli corti, lunghi, medi, il pelato, quello biondo, quello castano, quello viola e potrei continuare all’infinito. Ma, lasciando da parte gli aspetti fisici, ci sono anche quelli caratteriale che, se anche sono a noi sconosciuti, sono pronto a scommettere che siano tutti diversi. Già qui potrei finire di scrivere. Invece no, perché questo tarlo dell’uguaglianza rischia di portare più danni che benefici anzi, i danni gli ha già fatti e belli grossi. Questo voler mettere tutto e tutti sullo stesso livello vuol dire distorcere la realtà, la natura. Far crescere i bimbi con l’idea che tutto sia uguale vuol dire farli crescere in un mondo distorto, raccontargli una realtà che non esiste e tutto questo li illuderà di poter vivere, una volta adulti, in un mondo splendido e senza difficoltà.
Immaginando che la maggioranza delle persone, la cosiddetta maggioranza silenziosa, ragioni con la propria testa direi a politici, personaggi famosi e cosiddetti influencer che è ora di finirla di sparare cazzate, di parlare per slogan semplicistici che in realtà sono delle fandonie colossali. Quello che si deve insegnare non è l’uguaglianza ma il RISPETTO. Il rispetto dell’altro, il rispetto del diverso, il rispetto di chi ci sta intorno e dei territori.
Tutto il resto è propaganda, tutto il resto è noia.
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