
A malincuore oggi parlerò di Covid. A malincuore perché mi sono promesso di parlarne il meno possibile.
La scorsa settimana è iniziato il giro d'Italia, manifestazione ciclistica molto seguita dal pubblico e anche da me fino a qualche anno fa. Devo ammettere che negli ultimi anni ho perso un po' il "giro" e quindi non conosco i nuovi campioncini delle due ruote apparsi sulla scena.
La notizia però è un'altra. Leggendo qua e là su internet vedo che alla fine di ogni tappa viene fatto fuori qualche ciclista positivo al Covid. Addirittura domenica è stato segato il favorito numero uno che addirittura aveva appena conquistato la maglia rosa vincendo la tappa. Positivo, a casa.
Diciamo che sono rimasto un attimo stupito. Più che altro per il fatto che fanno tamponi a persone che stanno tutto il giorno all'aria aperta, esposti alle intemperie quindi con molte probabilità di pigliarsi qualche malanno. Qualche normalissimo malanno.
E poi, scusate, ma il calcio, la pallavolo, il basket, l'atletica. Perché qui niente controlli?
Secondo me stiamo un po' esagerando.
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