di @MarcoBazz92
La Germania va a destra. È questa una sintesi che si potrebbe fare dopo aver letto i quotidiani italiani nei giorni seguenti le elezioni regionali in Turingia e Sassonia. Mi permetto sommessamente di fare una modifica a questa sintesi e ampliare un po’ la visuale. La Germania va a fondo. E il problema è che andando a fondo trascina con se anche altri Paesi, tra cui l’Italia.
Lasciando da parte l’evoluzione politica degli ultimi anni - inutile dare la colpa ai partiti estremisti che stanno avendo sempre più consensi, non hanno mai governato, quindi non possono essere stati loro a dare il via al declino - ciò che dovrebbe allarmare è lo stato dell’economia tedesca. La “locomotiva d’Europa” impuntandosi a trascinare gli altri vagoni, sempre con i motori a tutto gas per raggiungere obbiettivi estremi (direttive green, anzi super green), si è dimenticata di voltarsi indietro abbandonando i vagoni (possibile chiusura per la prima volta di due stabilimenti Volkswagen in Germania) al loro destino. Il grosso problema è che tra i vagoni c’è pure l’Italia che con le sue PMI era tra i primi fornitori delle “grandi” industrie tedesche.
Si sa che quando le cose vanno male la gente si innervosisce e il primo sintomo sono i rovesciamenti elettorali. Turingia e Sassonia insegnano. Bene, ora parlare di nazismo al potere (nonostante gli sproloqui cattura-voti dei rappresentanti di AfD) mi sembra esagerato, anche perché che guadagna terreno c’è anche l’estremo opposto di BSW, però non si può negare che la gente stia lanciando un segnali di malcontento per il peggioramento della situazione economica.
Si prospetta un periodo duro, per la Germania e per tutta l’Europa, ora sarebbe il caso di rimettere sui binari la locomotiva deragliata e, magari, cambiarne anche il conducente.
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