di MarcoBazz92
Sembra che le proteste in terra francese si stiano pian piano placando. Bene, la violenza non è mai una bella cosa.
Già dallo scoppio delle contestazioni su giornali e tg esperti di politica estera e commentatori si sono immolati nell'esposizione delle varie teorie riguardati le cause di queste sommosse popolari. Con interesse ho letto qua e là le varie ipotesi riguardanti la miccia che ha dato il via a questo incendio. Sicuramente non mi metterò a contestare alcuna di queste teorie, vorrei però provare a commentare (i risultati potrebbero essere pessimi) l'articolo apparso oggi su L'Unità a firma di Michele Prospero.
Il titolo è questo "L'uguaglianza è francese, ma solo per i bianchi". Sommario "Le notizie che arrivano da Oltralpe ci dicono che il compromesso novecentesco tra capitalismo e democrazia si è frantumato. Libertè, Egalitè, Fraternitè si sono trasformati in totem della borghesia classista e razzista". E il primo pensiero è stato, cavolo, che legnata. In pratica la Francia e i suoi cittadini sarebbero divisi in due categorie, una minoranza paragonata ad un "piccolo circolo ku klux klan" e tutto il resto che sarebbe la "povera plebe vessata". Bhe, sinceramente mi sembra un attimino esagerata la cosa.
Inizio a leggere il pezzo e al terzo paragrafo l'autore dice questo.
"Da alcuni decenni , però, la coalizione sociale e le soggettività politiche, che hanno allestito il compromesso novecentesco tra capitalismo e democrazia, sono radicalmente frantumate. Proprio i ceti popolari, protagonisti dell'assalto al cielo del formalismo per reclamare iniezioni di eguaglianza sostanziale, diventano oggi componenti di un blocco sostanziale di destra radicale che inalza le tradizioni e la famiglia, i confini e le istanze protettive declinate in senso securitario, come vincoli di appartenenza e spazi di azione collettiva al posto delle dinamiche di classe."
In pratica quella piccola porzione di Francia bianca, linda, insomma francese, finché era guidata da socialisti e comunisti stava buona e tranquilla, quando questi hanno lasciato il posto perché la gente è andata a votare, ha subito una repentina mutazione aggregandosi sotto lo slogan "Dio, Patria, Famiglia" di italica provenienza. Contenti loro se riescono a mettere in pratica nella realtà queste tre potenti parole. Perché, non vorrei dar loro un dispiace, ma da noi non ci siamo riusciti e penso anche che una buona parte di chi ha votato FdI non si ritrovi in questo motto, abbia una visione un po' più ampia diciamo. Vabbè queste sono solamente mie riflessioni personali.
Il pezzo di Prospero prosegue "...la difesa sciovinista delle conquiste sociali, percepite come beni pubblici minacciati dagli intrusi che disturbano in un'età di risorse scarse, smentisce i pilastri di quella famosa sfida lanciata nell'Ottocento all'ordine proprietato sulla base dell' asserzione per cui -gli operai non hanno patria-". I "francesi-francesi" hanno paura che i "semplici francesi" rubino loro il lavoro, quindi il guadagno, i solidi. Ma allora la storia della "Grande Francia " che mi hanno sempre raccontato è una colossale balla.!!. Continua il nostro "...contro i rifugiati politici, i migranti economici, i giovani del sud del mondo alla ricerca di opportunità, le destre raccolgono il risentimento profondo delle periferie. La politicizzazione delle differenze paventate come una minaccia all' identità, alla sicurezza, alla stabilità, produce un fenomeno contagioso di enti-populismo che muta in radice la geografia politica." Cavolo mi mancava un pezzo per completare il ragionamento. I "francesi- francesi" sono, a loro volta, divisi in due categorie, i borghesi e la plebe, la quale è insignita del compito di aizzare l'odio verso i "francesi". D'altronde è risaputo, il borghese non si sporca mai le mani.
E Macro dove lo lasciamo? Arriva pure lui "...e però la solitudine del monarca Repubblicano, che aveva sconfitto il Rassemblament National alle urne, era già apparsa ingigantita dopo i mesi di ribellione all'insegna dell' individualismo proprietario dei piccoli possidenti, degli interessi corporativi dei lavoratori autonomi della provincia profonda che protestavo per l'aumento delle tasse sul carburante". Ahhh PMI e artigiani la piaga d'Europa ecco di chi è la colpa, sono loro i fomentatori di tutto sto casino. "Ora il Presidente appare ancor più nudo dinanzi alla rivolta incendiaria che ha il volta della marginalità disperata e nichilista dei giovani migranti, ma soprattutto delle seconde e terze generazioni che, contro il comportamento sfacciatamente criminoso della polizia, diffondono l'ordine di disobbedire attraverso interne e mettono a ferro e fuoco le città." Attenzione, nessuno dici che l'uccisione del ragazzo non sia da condannare, ma bisognerebbe anche dire veramente le cose come stanno. Semplice usare sempre il paragone "migrante-vittima" quando succedono rivolte e casini. Le cosiddette seconde e terze generazioni sono cittadini francesi, diciamolo. Vivranno in condizioni difficili alcuni ma, sia chiaro, in tutto il mondo ci sono persone che vivono bene e persone che vivono peggio. Non sono, come dice Prospero, "cittadini astratti" quelli che hanno compiuto questi atti di vandalismo. Sono cittadini francesi che si sono rivoltati alla loro nazione usando come scusa l'uccisione di un povero ragazzo.
Sicuramente vivere nelle periferie delle maggiori città francesi non è facile, la criminalità la fa da padrona e lo Stato si limita ad un controllo a distanza. Ma sono certe che non tutti gli abitanti di questi sobborghi malandati si siano lanciati nell'impresa di spaccare tutto. L'uccisione di un diciassettenne è stato lo squallido pretesto per una piccola parte di francesi di mostrare il loro disprezzo verso lo Stato e, attenzione, questo sarebbe accaduto in ogni caso, qualsiasi colore politico ci fosse stato sulla plancia di comando. Questi fatti sono da condannare, senza se e senza ma. Non ci sono scusanti.
Complimenti! Ottima disamina!