
di MarcoBazz92
Il futuro, la digitalizzazione, le nuove tecnologie, il 5G, l'evolversi di usi e costumi. Tutte parole che negli ultimi tempi sono sulla bocca di tutti, tutti ne parlano con entusiasmo, ti guardano storto se le critichi. Ma c'è un però secondo me. Nonostante tutta questa pubblicità queste evoluzioni sociali fanno paura a moltissime persone. Le novità spaventano.
Su Libero di martedì 11 luglio c'era un articolo molto interessante di Benedetta Vitetta dal titolo "L'online ci salva dall'inflazione. Grazie al web prezzi giù del 5%". L'articolo spiega in modo molto chiaro uno studio effettuato da The European House-Ambrosetti in collaborazione con Amazon. Si parla quindi di commercio online. Argomento ostico. Guardato spesso con sospetto sia dal compratore, che teme sempre il "pacco", sia dai commercianti "tradizionali" che si lamentano di una possibile concorrenza sleale.
L'articolo di Libero però è illuminante. E lo dice già nel titolo. Il commercio online ha permesso di tenere l'inflazione un po' più bassa rispetto ai tradizionali metodi di acquisto. Lo studio ci dice che "nonostante la perdita di valore del denaro, i prezzi online - nell'ultimo triennio- si sono dimostrati più stabili rispetto a quelli del paniere Istat, consentendo così agli italiani di spendere circa 39 miliardi tra 2020 e il 2022." Digli poco!! In pratica questa inflazione mitigata ha fatto sì che i soldi delle famiglie italiane non si "bruciassero" lasciando loro un po' più di potere d'acquisto. Praticamente soldi da spendere. Sembra che gli italiani si siano sentiti più sicuri ad acquistare online. Anzi, forse agli italiani piace di più l'acquisto online perché riescono a spendere qualcosina in più. E, piaccia o no, alle persone piace spendere.
Tutto questo discorso per dire che, cari commercianti, dovete lasciarvi andare, lanciatevi in questa "novità", mettete i vostri splendidi prodotti in rete. E non preoccupartevi della concorrenza. Se c'è qualità, e qui in Italia c'è ne in abbondanza, verrete ricompensati.
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